Ciascun radioamatore sa che la radio rende davvero facile entrare in contatto con persone di ogni razza, cultura, religione. Con le nostre apparecchiature riusciamo a stringere legami di amicizia in tutto il mondo e questo ci ha insegnato nel tempo ad essere rispettosi gli uni degli altri, senza mai prendere posizioni spigolose su argomenti sensibili che potrebbero offendere la sensibilità altrui.
È un gentlemen agreement che alle nostre riunioni fa pranzare insieme allo stesso tavolo israeliani e palestinesi, georgiani e azeri senza che vi siano problemi.
Ce lo hanno insegnato per tempo gli operatori radio più anziani: il nostro hobby è diverso da tutti gli altri.
Ha una responsabilità in più, perché è un hobby che crea ponti fra i popoli.
Infatti l’hobby del radioamatore è un servizio apolitico, aconfessionale, è un hobby culturale che non impone nulla a nessuno, un servizio che offre amicizia a chiunque.
Non perché ciascuno di noi sia privo di idee o convinzioni, ma perché la concordia per chi condivide una minuscola fetta di frequenza “on air” è un dovere.
Due momenti dimostrano l’importanza di questo servizio: le calamità naturali e le guerre.
Nel primo caso i radioamatori entrano in gioco con le loro apparecchiature per rendere possibili le comunicazioni con le zone colpite da terremoti, alluvioni, frane e maremoti. Infatti, quando telefoni e rete internet non funzionano più, solo le onde radio permettono di comunicare anche a lunga distanza.
Esattamente come è successo per il terremoto avvenuto a Mexico City nel 1985, già in quegli anni la stazione radio dell’Associazione Radioamatori Sammarinesi (ARRSM) dimostrò la sua utilità rintracciando due connazionali che risultavano dispersi.
Oppure nel giorno di Santo Stefano del 2004, quando la nostra stazione radio è stata in grado di verificare lo stato di salute di alcuni connazionali in vacanza in Thailandia.
Il secondo momento in cui si esprime il privilegio di far parte della grande famiglia dei radioamatori è durante le guerre.
Durante i conflitti, ai radioamatori presenti sugli scenari bellici non è solitamente consentito usare le loro attrezzature.
Se pensate questo sia un retaggio del passato, relegato ai tempi del 1945, vi sbagliate di grosso.
Appena cinque giorni fa, ai radioamatori ucraini è stato imposto di non attivare le loro stazioni. L’interdizione ha per ora una durata di 30 giorni, ma riempie le frequenze di un grande silenzio.
Qualunque radioamatore che attualmente trasmetta dall’Ucraina sta di fatto rischiando la propria vita.
Come tutti i radioamatori, anche noi operatori di San Marino, se intercettiamo una stazione ucraina “on the air”, non ripeteranno il suo nominativo, né la sua posizione, né riportiamo la frequenza su cui avviene la trasmissione su internet o sui social media; perché inavvertitamente potremmo mettere a rischio vite umane.
E questa è l’ultima cosa che vogliamo.
Quello che vogliamo è poter tornare a collegare tutti, Russi e Ucraini in primis. Perché we are just friends who have never met. Perché siamo amici, amici che non si sono mai incontrati di persona ma solo sulle onde radio.